M° Luca Valsecchi, Trascrittore Partiture, Arrangiatore & Perito Plagi Certificato

Titolare del BLOG Articoli Formativi Musicali

Ecco perché se tutte le professioni si gestissero come nella Musica, il mondo si estinguerebbe all’istante.

di Luca Valsecchi


I musicisti diplomati/laureati, si autodefiniscono “professionisti” in virtù del loro diploma, quando di professione sono al 99,99% insegnanti; un architetto non è tale di professione in virtù della sua laurea: nel momento in cui insegna la sua disciplina esercita la professione di INSEGNANTE, nel momento in cui ESERCITA la sua disciplina di professione fa L’ ARCHITETTO.

Infatti: se devo progettare/costruire un immobile, non mi rivolgerò ad un laureato in architettura che passa le sue giornate e l’intera sua vita ad insegnare alle scuole medie o alle superiori (sarei più che pazzo), bensì da un architetto che le sue giornate le passa a progettare immobili.

Banale si dirà… non per i musicisti, i quali puntualmente controbattono (per non dire altro) che non c’è lavoro.

E questa è una DOPPIA BESTEMMIA.

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…mentre i diplomati/laureati, i cosiddetti “musicisti professionisti” sono convinti che non ci sia altro da fare che insegnare, i DILETTANTI si prendono tutti i lavori richiesti dal mercato e FANNO la PROFESSIONE!!!

Conosco decine (e quindi ci sono migliaia) di musicisti dilettanti (nel senso di non diplomati) più o meno preparati (in alcuni RARI casi ben più preparati della media dei diplomati), che di professione svolgono le… professioni musicali (clicca qua e leggi il lungo elenco di professioni musicali richieste dal mercato)  tante e articolate, nell’attesa che i musicisti diplomati ne vengano a conoscenza e quindi si predispongano per potervi rispondere; ciò non avviene a causa del fatto che la cultura musicale  in Italia, quella appunto “del professionista” (intesa come studenti e poi laureati al Conservatorio), è ferma all’ 800, fuor di metafora.

Hai voglia a trovar lavoro… ed al contempo ecco perché la Musica in Italia è andata a farsi benedire totalmente ormai da molti anni, alimentando senza fine l’ in – cultura musicale generale (popolare) lasciata quasi totalmente in mano a chi letteralmente non conosce una nota musicale*,  senza rendersi lontanamente conto che sputando sopra alla musica popolare (perché questo è esattamente ciò che avviene nel mondo accademico – musicale) ci si auto – disintegra, e come mai?

Per capirlo trasliamo lo stesso “modus operandi” a qualsiasi altra professione, in tutte le quali i relativi addetti ai lavori procederebbero ad insultare il  popolo, ritenuto ignorante relativamente a quella determinata disciplina, e quindi  non “degno” di rivolgere ad esso il proprio lavoro, indirizzandolo quindi esclusivamente ai “pari livello”: tutti gli architetti, medici, idraulici, elettricisti… si troverebbero all’istante senza lavoro.

Di più: il mondo cesserebbe di esistere.

Questo è esattamente ciò che accade nel settore musicale.

Il fatto che vi sia comunque un notevole mercato, seppur totalmente sconosciuto ai “musicisti professionisti”, rappresenta un autentico miracolo, il quale è comunque destinato ad esaurirsi, a causa di questo circolo vizioso, basato sul settore accademico arcaico, che solo negli ultimissimi anni sta COMINCIANDO a rientrare nella realtà, per non dire degli esaltati con la puzza sotto il naso (vedi “torre d’avorio”, musiche di serie A – B – C – D – E – F – G… e assurdità abominevoli simili, di decennale “lungimirante” tradizione) della quale non si intravvede alcuna fine.

Vedasi semplicemente i concerti che vengono riproposti, identici, da secoli, con la pretesa che le sale si riempiano (ci si dovrebbe preoccupare se ciò avvenisse, non stupirsi del contrario), quando ci sono decine di migliaia di COMPOSITORI VIVENTI di FORMAZIONE ACCADEMICA, i quali non hanno alcuna benché minima possibilità di far eseguire le proprie Composizioni, tolto quel microcircuito auto – referenziale conosciuto unicamente dagli “addetti ai lavori” (cioè unicamente da coloro che vi partecipano…) denominato “musica contemporanea”, totalmente sconosciuto da OLTRE il 99,99% degli italiani, e del quale preferisco proprio non parlare!

Lo studio è una cosa (fondamentale, e sempre partirà da BACH) lo spettacolo un’altra, e le EMOZIONI altra cosa ancora, senza alcun riferimento, s’intende… alle ridicole critiche giornalistiche post concerti, manco fossero sessioni d’esame, dove invece di “misurare” quanto il pubblico abbia più o meno “ricaricato le pile dell’anima e dello spirito”, si vanno ad effettuare elucubrazioni tecnico – teoriche il più delle volte improponibili, per non dire dell’attesa spasmodica dell’errore vero e proprio… meglio stendere un pietosissimo no comment.

Per quanti secoli abbiamo intenzione di continuare quindi ad insegnare… per insegnare?

Pazzia allo stato puro.

* Ed ecco perché le canzoni odierne sono letteralmente tutte uguali: non perché le note siano sette (!), e nemmeno 12 come dicono i “musicisti professionisti” (12 sono i suoni diversi, le note sono molte di più), ma semplicemente chi (ancora) compone canzoni (oggi giorno si fa prima a “scrivere” una melodia direttamente su una base pregressa) lo fa, nel 90% dei casi, conoscendo al massimo solo quelle sette note… hai voglia a finire le combinazioni! E per inciso, detto da un Perito plagi che avrebbe tutto l’interesse di sostenere il contrario, 10.000 canzoni anche identiche, sono identiche quasi sempre per questa ragione, il plagio (furto di una musica) non c’entra assolutamente nulla!!!

Luca Valsecchi – diplomato in Conservatorio – di professione Trascrittore partiture & Perito Musicale Certificato