GIUSEPPE VERDI
Giuseppe Verdi – la vita
Verdi nacque nel 1813 in una famiglia di umili origini e venne avviato allo studio della musica grazie ad alcune figure che compresero fin da subito la sua genialità.
Nonostante non sia stato ammesso al Conservatorio di Milano le porte dell’empireo della musica si apriranno presto al suo enorme talento e alla sua determinazione.
Negli ultimi anni di vita cominciò un’attività di solidarietà e beneficenza e si occupò della costruzione di una Casa di Riposo per Musicisti in pensione.
Morì nel 1901 a Milano.
Celebre operista compone anche musica sacra, arie da camera e musica strumentale.
Famosissima la sua Messa da Requiem scritta nel 1874 per la morte di Manzoni.
La trilogia popolare di Verdi
Molto importante fu la trilogia popolare composta da tre opere: Rigoletto, Il trovatore e La traviata.
L’origine del termine “popolare” probabilmente è sia dovuto al grande successo di queste opere sia ai temi trattati: di fatti i tre protagonisti sono personaggi non nobili, popolari.
Rigoletto
Rigoletto (1851), ispirata ad un dramma di Victor Hugo, narra la storia del giullare gobbo e storpio che alla corte del Duca di Mantova, partecipa alle crudeltà della nobiltà.
La figlia, Gilda, viene tenuta però assolutamente nascosta al mondo perché Rigoletto sa essere un posto pericoloso.
Il Duca però la vede e decide di conquistarla: la seduce, la rapisce e la violenta.
Rigoletto vuole vendicarsi e progetta di farlo uccidere, ma la ragazza, innamorata comunque del Duca, si sacrifica al suo posto… e molto straziante è la scena in cui Rigoletto la scopre in fin di vita.
Il Trovatore
Il Trovatore (1853), ispirata ad un dramma di Gutiérrez, narra la storia di due uomini innamorati della stessa donna.
I due, in realtà sono fratelli, ma non lo sanno perché Manrico, fu rapito da una zingara quando era ancora fanciullo.
Ella, Azucena, voleva vendicarsi del Conte per aver ucciso la madre ma per errore uccise il proprio figlio invece del figlio del Conte e decise di tenerlo come fosse suo.
Lo zingaro Manrico viene condannato a morte e, Leonora, non riuscendo a salvarlo si avvelena, mentre Azucena rivela al Conte di Luna il legame di sangue con Manrico che ha fatto uccidere.
La sua vendetta alla fine si è compiuta.
La traviata
La traviata (1853), tratta dal dramma di Dumas figlio, narra la storia di Violetta, una famosa cortigiana, che decide di smettere con la sua vita di mantenuta per amore.
Infatti Alfredo la conquista ed ella sceglie di “essere amata, amando”, per citare il libretto.
Ma purtroppo il padre di Alfredo, Giorgio Germont, fa leva sulla debolezza della donna e riesce a convincerla a lasciare Alfredo.
Infatti egli ha una sorella che non può sposarsi perché la famiglia del fidanzato si oppone in quanto Alfredo convive con Violetta: un fatto, per l’epoca, estremamente scandaloso.
Germont la convince subdolamente che l’amore con Alfredo è destinato al fallimento perché la loro unione non è benedetta da Dio e svanirà quando in lei svanirà giovinezza e bellezza.
Violetta lascia Alfredo mentendo per il bene di sua sorella, ma la rabbia di Alfredo sarà forte: egli la umilierà pubblicamente lanciandole delle banconote, trattandola come una prostituta.
Ella si lascerà morire di tisi, era infatti da tempo malata, ma sarà fino all’ultimo in attesa di Alfredo a cui il padre aveva svelato, pentito, tutto.
I due riusciranno ad abbracciarsi nuovamente ma Violetta morirà tra le braccia del suo amato.
Verdi e il Romanticismo
Da queste opere si percepiscono profondamente lo spirito e l’estetica del Romanticismo: i personaggi sfaccettati, le psicologie umane e toccanti e soprattutto l’amore che non ha un lieto fine.
Il legame con il Romanticismo non è solamente nei temi utilizzati ma anche per il forte legame patriottico per l’unità d’Italia.
Viva Verdi era infatti l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia.
Il coro Va pensiero dell’opera Nabucco divenne il simbolo dell’Italia frammentata che lottava per la propria unità.