LA MUSICA NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO




Condividi gli “Articoli Formativi Musicali” del M° Luca Valsecchi, noto Perito plagi consultato dal Corriere della Sera.

           RICHIEDI UNA CONSULENZA

                   al M° Luca Valsecchi

              TI SI APRIRA’ UN MONDO!

                Click per saperne di più!

La pratica musicale

Spesso i gerarchi nazisti amavano avere musica durante le cene o le feste ma, purtroppo, non sempre la musica che veniva suonata nei campi di concentramento, veniva suonata per motivi di diletto.

A volte era addirittura usata per coprire le grida terribili che potevano alzarsi tremende in quei luoghi di profonda sofferenza.

Sta comunque di fatto che per i musicisti coinvolti, per quanto terribile fosse la situazione, spesso la musica era l’unica ancora alla vita e, banalmente, i musicisti avevano dei trattamenti meno severi rispetto agli altri deportati.

Le orchestre

Sappiamo che in molti campi di concentramento erano presenti molte orchestre, alcune miste, cioè di uomini e donne insieme, molte altre divise per uomini e donne mentre altre erano di bambini.

Soprattutto per i prigionieri politici era generalmente però vietata la pratica musicale, soprattutto la composizione, probabilmente perché si temeva potesse veicolare sentimenti di ribellione tra i prigionieri.

Non sempre il lieto fine

Non sempre però, la musica, riusciva a salvare la vita di chi la eseguiva.

Famosa è la storia di Ilse Weber che, durante la sua prigionia, divenne infermiera pediatrica.

Ella spesso cantava canzoni ai bambini, ma anche gli adulti avevano imparato a conoscerle.

Secondo alcune fonti, morì nelle camere a gas insieme a molti fanciulli, tra cui il figlio.

Ilse fece cantare una delle sue canzoni ai bambini, che inalando così più velocemente il gas, morirono più dolcemente.

Il marito di Ilse, sopravvissuto, salvò i suoi manoscritti che sono così giunti fino a noi.

Quartetto per la fine del tempo

L’opera di Olivier Messiaen, Quatuor pour la fin du temps, fu composta nel campo di concentramento di Görlitz.

Il compositore la scrisse per i musicisti del campo sotto richiesta di un ufficiale appassionato di musica.

Inizialmente fu scritto come trio per violino, violoncello e clarinetto per poi divenire un quartetto con l’aggiunta del pianoforte, suonato dallo stesso compositore.

Il Quatuor pour la fin du temps è strutturato in otto movimenti aventi tutti un titolo e un’introduzione scritta da Messiaen stesso.

E’ un’opera dedicata all’Apocalisse con una citazione di S. Giovanni e indaga il concetto di tempo sotto vari aspetti: l’aspetto musicale, filosofico e religioso.

E’ un’opera ancora eseguita ed apprezzata in tutto il mondo!

Molto si è perso… ma molto rimane

Non sempre però le opere scritte nei campi di concentramento sono giunte fino a noi.

Alcuni componimenti sono sopravvissuti perché ben nascosti, oppure scritti su pezzi di stoffa; molti sono stati trasmessi oralmente nella speranza che qualcuno sopravvivesse.

Ma fino a che anche solo una piccola melodia arriverà al nostro orecchio, riusciremo a non dimenticare l’orrore di quel che è accaduto affinché non succeda ancora.