LE POLACCHE DI CHOPIN

di  Manuel Cini


Nella vasta produzione chopiniana, le polacche rivestono certamente un ruolo fondamentale, basti pensare che esse coprono tutta la vita del compositore, giacché la prima opera che scrisse (1817) fu proprio la Polonaise in Sol minore mentre uno degli ultimi pezzi, quello che probabilmente costituisce la summa di tutta la sua produzione, è la Polonaise-Fantaisie op. 61 (1846).

               VOGLIO SAPERNE DI PIU’                   

Introduzione alle polacche di Chopin

Di Chopin ci sono rimaste 18 polacche che possono essere suddivise stilisticamente in due gruppi principali: quelle che vanno dall’ op. 3 sino all’ op. 22, dette ‘giovanili’, e quelle che vanno dall’op. 26 alla già citata op. 61, definite ‘polacche della maturità’.

Le prime, caratterizzate da un andamento piuttosto virtuosistico in cui la linea melodica rispecchia le caratteristiche del teatro d’opera, risentono ancora dell’influenza di Weber, Hummel, e più in particolare di Michal Ogińsky (1765-1833), il musicista principe che raffinò e stilizzò le dinamiche e gli elementi espressivi della cosiddetta polacca malinconica e sentimentale, divenendo un modello ispiratore per Chopin.

Le seconde proliferano invece da un più complesso andamento ideologico che alimentò la sua vena compositiva. Esse, infatti, si trasformano in un vero e proprio poema epico, in cui l’autore non inserisce solo profonde emozioni, una potenza e una maestosità senza precedenti, ma riesce anche a rendere giustizia alle virtù eroiche e militari di un paese, il suo, la Polonia, lacerato dalle incessanti vessazioni russe.

Se da una parte si era stilisticamente potuto dividere le polacche in due gruppi, queste possono anche essere suddivise cronologicamente in Polacche infantili, giovanili e politiche.

Un posto a sé stante occupa infine la Polonaise op. 61, che a ragion veduta può da sola costituire un momento fondamentale, se non culminante, nella produzione compositiva chopiniana.

Le polacche ‘giovanili’

Tra le Polacche giovanili quella più importante, maestosa, che in un certo qual modo rende fede al nuovo fascino tematico, all’ambito estetico in cui si mosse la Polonaise del primo Ottocento, è la Polacca Brillante op. 22.

Nonostante si possa affermare che essa risenta molto delle opere di Hummel, il suo spirito è tuttavia lontano dalla solennità e gravosità delle antiche sfilate di Corte in cui il genere della polacca ebbe origine, aprendo le porte ad una leggerezza, sentimentalità e vitalità che rendono fede all’animo sereno di uno Chopin ancora ignaro delle sofferenze che di lì a poco avrebbero contaminato la sua lunga permanenza parigina. L’andante spianato che precede questa polacca deriva probabilmente dall’influenza che egli risentì da un Cantabile di Paganini.

…e quelle della ‘maturità’

L’insurrezione di Varsavia contro le pretese di dominazione zarista svegliò in Chopin il carattere nazionalista e patriota. La lontananza, la nostalgia del calore familiare ed il fatto di essere lontano da quei connazionali che con orgoglio e dignità combattevano per la libertà, gli procurarono un profondo tormento interiore.

Di fatto, dunque, le sue composizioni risentirono di questo aspetto, principalmente le polacche (che più di ogni altro genere musicale richiamavano infatti la patria natia), le quali smisero di conseguenza di avere quella venatura frivola e leggera ritornando gradualmente ad acquisire la perduta maestosità.

Va inteso che la solennità di queste nuove composizioni non era funzionale alla mera ostentazione di glorie aristocratiche ma si fondava sulla glorificazione di un passato nostalgico e sullo spirito epico-eroico del suo popolo.

Analisi di tre polacche

Negli articoli seguenti verranno analizzate quella forse più trascurata del ciclo (op. 40 n. 2), quella che ha altresì avuto più fama (op. 53) e quella che di polonaise conserva solo il nome (op. 61).

Clicca sulla Polacca di tuo interesse:

Polacca – Fantasia op. 61

Polacca op. 40 n. 2

Polacca ‘Eroica’ op. 53