I MODI DELLE SCALE (MAGGIORE, MINORE ARMONICA E MELODICA)
Nel presente articolo tratteremo la struttura dei modi, detti anche scale modali, da un punto di vista della teoria musicale moderna.
Non tratteremo la genesi tecnico- teorica dei modi antichi gregoriani, ma ci concentreremo sulla strutturazione e utilizzo nella musica moderno -contemporanea.
I Modi della scala maggiore
Vediamo i modi generati dalla scala maggiore; faremo riferimento alla scala maggiore di DO che non contiene alterazioni, per semplificare l’esposizione.
La scala maggiore organizza i suoni all’interno di un’ottava secondo uno schema intervallare di questo tipo:
tono – tono – semitono – tono – tono – tono – semitono.
Ripetendo questo schema a partire da un’altra tonica si otterrà un’altra scala maggiore.
I modi della scala maggiore sono sette: a partire da ogni grado si genera un modo, la cui formula risulta deducibile rapportando gli intervalli alla tonica presa in esame.
Lo schema seguente esprime il concetto esposto .
(Ovviamente i modi della scala minore naturale saranno gli stessi della scala maggiore a partire dal sesto grado, poiché le due scale contengono le stesse note).
I Modi della scala minore armonica
Andiamo a vedere i modi generati dalla scala minore armonica, scala strutturata come una scala minore naturale col settimo grado alzato:
la scala di LA minore armonica sarà dunque composta dalle note LA – SI – DO – RE – MI – FA – SOL#: anche in questo caso andremo a rapportare gli intervalli che si formano rispetto a ciascuna nota componente la suddetta scala e avremo il seguente sistema modale.
I Modi della scala minore melodica
Infine, gli stessi concetti trattati li vedremo rispetto la scala minore melodica, scala che contiene sia il sesto che il settimo grado alzato: dalla tonica LA avremo dunque LA – SI – DO – RE – MI – FA# – SOL# (questa scala è anche detta bachiana, visto il largo utilizzo da parte del celebre compositore tedesco del diciottesimo secolo).
L’ultimo modo della scala minore melodica, il superlocrio, ha una particolarità: contiene sia la terza minore che la terza maggiore, sotto forma di quarta diminuita, e dunque si presta sia per l’utilizzo con gli accordi diminuiti e semidiminuiti generati dalla sua armonizzazione che con certe tipologie di accordi maggiori dominantici.
Viene molto utilizzato nella musica jazz moderna per produrre tensioni sugli accordi di settima dominante, poiché contiene le alterazioni delle quinte e delle none, prestandosi ottimamente a creare dissonanze sul quinto grado dominante, le quali verranno poi risolte al primo grado.
Il repertorio jazzistico moderno e fusion sono ricchi di situazioni in cui possiamo apprezzare questo utilizzo, che apre a sonorità molto moderne e raffinate.