I MODI DELLE SCALE (MAGGIORE, MINORE ARMONICA E MELODICA)

di Daniele Moneta

Nel presente articolo tratteremo la struttura dei modi, detti anche scale modali, da un punto di vista della teoria musicale moderna.


Non tratteremo la genesi tecnico- teorica dei modi antichi gregoriani, ma ci concentreremo sulla loro strutturazione e utilizzo nella musica moderno – contemporanea.

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I Modi della scala maggiore

Vediamo i modi generati dalla scala maggiore. Per semplificare l’esposizione, faremo riferimento alla scala maggiore di DO, che non prevede alterazioni al suo interno.

La scala maggiore organizza i suoni all’interno di un’ottava, i cui gradi congiunti osservano la seguente successione intervallare:

tono – tono – semitono – tono – tono – tono – semitono.

Riproponendo questa successione partendo da qualsiasi nota della scala cromatica, si otterrà la relativa scala maggiore, la cui tonica sarà la nota di volta in volta prescelta.

I modi della scala maggiore sono sette: a partire da ogni grado si genera un modo, la cui formula risulta deducibile rapportando gli intervalli alla tonica presa in esame.

Lo schema seguente esprime il concetto esposto (ovviamente i modi della scala minore naturale saranno gli stessi della scala maggiore, a partire dal sesto grado, poiché le due scale contengono le stesse note).

I Modi della scala minore armonica

Andiamo a vedere i modi generati dalla scala minore armonica, scala strutturata come una scala minore naturale col settimo grado alzato.

La scala di LA minore armonica sarà dunque composta dalle note LA – SI – DO – RE – MI – FA – SOL#.

Anche in questo caso andremo ad analizzare gli intervalli che si formano fra i relativi gradi congiunti:

I Modi della scala minore melodica

Infine, gli stessi concetti trattati, li analizziamo nella scala minore melodica, che contiene sia il sesto che il settimo grado alzato. Dalla tonica LA, avremo dunque LA – SI – DO – RE – MI – FA# – SOL# (questa scala è anche detta bachiana, visto il largo utilizzo da parte del celebre compositore tedesco del diciottesimo secolo).

L’ultimo modo della scala minore melodica, il superlocrio, ha una particolarità: contiene sia la terza minore che la terza maggiore, sotto forma di quarta diminuita, e dunque si presta sia per l’utilizzo con gli accordi diminuiti e semidiminuiti, generati dalla sua armonizzazione, sia con alcune tipologie di accordi maggiori dominantici.

Viene molto utilizzato nella musica jazz moderna, per produrre tensioni sugli accordi di settima di dominante, poiché contiene le alterazioni delle quinte e delle none, prestandosi ottimamente a creare dissonanze sul quinto grado dominante, le quali verranno poi risolte al primo grado.

Il repertorio jazzistico moderno e fusion sono ricchi di situazioni in cui possiamo apprezzare questo utilizzo, che apre a sonorità molto moderne e raffinate.