IL BASSO ELETTRICO
Il basso elettrico è uno strumento cordofono a pizzico, caratterizzato da un registro grave.
Da ruolo di strumento armonico interpretato dal bassista negli Anni ’50\’60 il basso ha assunto sempre di più una parte da protagonista. Tra i primi bassisti virtuosi figurano nomi come Stanley Clarke, Alphonso Johnson e Paul Jackson.
Conosciamolo meglio!
La storia e le caratteristiche del basso elettrico
La sua storia inizia nel 1951, quando, per far fronte alla necessità di sostituire il contrabbasso nelle orchestre con uno strumento meno ingombrante e maneggevole, il costruttore Leo Fender sviluppò un prototipo di basso elettrico (inizialmente chiamato semplicemente chitarra basso, poi precision in quanto il manico era diviso in una sequenza di tasti che permettevano un’intonazione più precisa delle note).
Da quel momento il basso elettrico ha avuto un’innovazione ed un impiego sempre crescente, difficilmente paragonabile ad altri strumenti.
Un basso standard ha generalmente 4 corde, accordate per quarte giuste (partendo dalla più grave MI – LA – RE – SOL); ma esistono modelli anche a 5, 6 e 12 corde (quest’ultimo frequentemente utilizzato dai virtuosi come John Patitucci). Sul mercato sono inoltre presenti esemplari particolari dotati di 24 corde.
A differenza del contrabbasso, che può essere suonato anche con l’arco, il basso elettrico si suona generalmente con le dita o con il plettro (soprattutto nel rock). Effetto tipico di entrambi, ma più presente nel basso elettrico, è lo “slap”, ottenuto mediante la percussione del pollice o della mano sulle corde dello strumento.
Altri effetti derivati dalla tecnica chitarristica, sono il barrè (usato principalmente sul contrabbasso), legato ascendente (hammer on) o discendente (pull off), il glissato (slide), le note stoppate (mute, ghost o dead notes), bicordi, e “ghost note”.
Fra le principali marche produttrici sono da menzionare la Alambic, Eko, Fender, Gear4music, Sterling, Squier, Yamaha.