MUSICA E VULCANI
L’ultimo giorno di Pompei
L’ultimo giorno di Pompei è un’opera di Pacini su libretto di Tottola e debuttò nel 1825 al Teatro San Carlo di Napoli.
Giovanni Pacini, nato a Catania nel 1796 e morto a Pescia nel 1867, è stato un compositore italiano molto famoso per le sue opere.
Figlio di cantanti lirici, comincia a scrivere opere buffe fin da ragazzo già con discreto successo che però raggiunse a pieno nel 1817.
Sicuramente però le figure di Bellini e Donizetti e poi Verdi oscurarono un po’ la sua produzione che però rimase sempre prolifica.
La trama
La vicenda narra di Sallustio e Ottavia nell’ultimo giorno di Pompei.
Ottavia viene accusata ingiustamente di adulterio e Sallustio, suo marito, nonostante creda nell’innocenza della moglie, in quanto da poco elevato alla magistratura, deve per forza sottoporla a processo.
Durante il processo Sallustio è dubbioso perché crede alla moglie ma il Vesuvio comincia a far sentire la propria attività.
Gli auguri leggono questo segno come una condanna per la mancanza di risoluzione di Sallustio e quindi Ottavia viene condannata ad essere murata viva.
Ma mentre la condanna sta per essere eseguita, il Vesuvio erutta violentemente, ciò viene preso, da chi ha ordito la diffamazione di Ottavia come vendetta personale, come un segno della tremenda ingiustizia a cui la donna era destinata.
Le malvagie trame vengono infine svelate e i colpevoli vengono condannati alla stessa sorte di Ottavia.
Nel frattempo Menenio salva i suoi genitori, Sallustio e Ottavia, mentre Pompei viene distrutta.
Hekla
Hekla, in italiano Ecla, è un vulcano che si trova in Islanda e durante il Medioevo era considerato addirittura la porta dell’Inferno!
E’ un vulcano estremamente attivo e il suo nome significa letteralmente “incappucciato” perché la sua vetta è quasi sempre coperta di nuvole.
Nel 1961 Jón Leifs, musicista islandese, scrive un brano per orchestra e percussioni intitolato Hekla e dedicato a questo vulcano per descrivere, inizialmente la calma e poi la violenza fortissima della natura.