DIFFERENZA FRA IL DETTATO MUSICALE E L’ EAR TRAINING

di Luca Valsecchi


Insieme al dettato musicale, negli ultimi anni, con la riforma dei Conservatori, si è cominciato a sentir parlare dell’ Ear Training, disciplina totalmente sconosciuta ai musicisti non più giovanissimi che hanno studiato con il “vecchio ordinamento” pre – riforma.

In cosa consiste dunque questa “nuova” disciplina? E quali rapporti intercorrono con il dettato musicale, visto che spesso le due cose vengono associate?

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Che cos’è l’ Ear Training?

L’ Ear Training consiste in tutta una serie di possibili esercitazioni pratiche aventi lo scopo di esercitare la musicalità di un “candidato musicista” al fine di discriminare correttamente gli elementi costitutivi del linguaggio musicale.


Acquisire sempre meglio tale competenza e capacità, offre positivi risvolti di ordine squisitamente pratico. Un esempio fra i tanti possibili: pensiamo a quanto possa essere utile per un Musicista, saper riconoscere la corretta classificazione di un intervallo, di un accordo, di un arpeggio e via dicendo.

Nel momento in cui dall’ascolto attivo della musica avrà maturato la capacità di riconoscere questi elementi, scoprirà di saper riprodurre nella sua mente la “cantabilità” di un determinato passaggio musicale prima ancora di suonarlo, modificando quindi sensibilmente l’approccio esecutivo e determinando la totale differenza fra l’essere dilettante o professionista.

Che cos’è il dettato musicale?

Un’altra abilità conseguente allo studio dell’ Ear Training è proprio una maggiore facilità nell’approcciarsi al dettato musicale, il quale consiste nel saper riconoscere e scrivere le note sul pentagramma di una melodia solitamente eseguita al pianoforte o di un brano musicale più articolato.

Anche tale “materia” studiata in Conservatorio e nelle Accademie musicali, ha il medesimo scopo dell’ Ear Training, con la differenza che si servirà di questa seconda disciplina, la quale sarà messa al servizio del dettato stesso.

Quest’ultimo potrà essere presentato in differenti forme, aventi tutte lo scopo di dover trascrivere sul pentagramma ciò che verrà eseguito al pianoforte:

  • dettato melodico: si tratterà di una melodia più o meno articolata
  • dettato ritmico: si tratterà di dover trascrivere la sola ritmica
  • dettato polifonico: si tratterà di dover trascrivere due “voci” distinte, le quali potranno essere entrambe di tipo melodiche oppure la prima si configurerà come tema melodico e la seconda come “linea del basso”
  • dettato melodico / polifonico – armonico: si tratterà di trascrivere, oltre ai temi melodici, l’armonia, la quale si presenterà in diverse forme possibili.