I PEDALI DEL PIANOFORTE, ORGANO E ARPA: DIFFERENZE E CARATTERISTICHE

di Luca Valsecchi

Tutti i musicisti sono esperti conoscitori del proprio strumento ma, a volte, anche i più preparati ignorano alcuni particolari relativi a strumenti differenti da quello abitualmente utilizzato.

La questione può apparire ancora più complessa per un neofita o un allievo non ancora in fase avanzata di studio.

Procediamo quindi ad elencare quali sono le caratteristiche e le differenze fra i pedali del pianoforte, dell’organo e dell’arpa, analizzando singolarmente  ciascuno dei tre strumenti musicali.

Sono il M° Luca Valsecchi, titolare del blog “Articoli Formativi Musicali” che stai consultando: centinaia di articoli scritti da Musicisti Professionisti. Condividili per promuovere la vera Cultura Musicale.

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I pedali del Pianoforte

Tutti i pianoforti, sia verticali che a coda, sono normalmente dotati di tre pedali.


Partendo da sinistra, il primo che si incontra è il pedale del piano, detto anche “pedale una corda“.

Agendo su questo pedale in un pianoforte verticale, avviene che la martelliera (l’importante parte meccanica comprendente tutti i martelletti che percuotono le corde) si avvicina alle corde; in questo modo, la corsa dei martelletti risulta più breve e il suono – pur restando inalterato a livello di timbrica e pulizia – risulta meno intenso.

Nei pianoforti a coda, agendo sullo stesso pedale, la martelliera, invece di avvicinarsi alle corde, si sposta lateralmente mettendo in condizione i martelletti di percuotere una corda in meno di quanto non avvenga normalmente. Quindi sulle note acute vengono toccate due corde su tre, nelle centrali una invece di due; sulle gravi, viene percossa solo una parte dell’unica corda.

Il pedale centrale ha funzioni differenti, a seconda che si tratti di un pianoforte verticale o a coda:

nel primo caso svolge la funzione di sordina: agendo sul pedale, un feltro si interpone tra martelletti e corde, smorzando notevolmente l’intensità del suono, che risulta anche molto più opaco.

Nei pianoforti a coda, il pedale centrale viene definito tonale ed ha la funzione di prolungare solamente il suono dell’ultimo o degli ultimi tasti premuti prima dell’utilizzo del pedale stesso; gli altri suoni eseguiti non subiranno modifiche.

Il pedale centrale viene utilizzato raramente, solo per permettere passaggi particolarmente ostici e veloci.

In tempi molto recenti, alcuni costruttori hanno realizzato pianoforti verticali e digitali con questa stessa funzione.

Il pedale di destra, di gran lunga il più utilizzato, viene definito pedale di risonanza: ha il compito fondamentale di prolungare il suono dei tasti premuti; contrariamente al pedale tonale che prolunga solo i suoni dei tasti premuti prima dell’azionamento, il pedale di risonanza non è selettivo e prolunga il suono di tutte le note suonate quando è azionato.



Sugli spartiti vengono usati dei segni specifici relativamente all’utilizzo di quest’ultimo pedale, e stanno ad indicare rispettivamente il momento nel quale va azionato e successivamente rilasciato.

I pedali dell’Organo

Negli organi, la pedaliera è una tastiera supplementare composta dai dodici suoni della scala cromatica, la quale viene azionata con i piedi e serve prevalentemente a suonare i “bassi”, cioè le note più gravi.

Nella maggior parte degli organi moderni sono presenti 30 o 32 pedali, disposti – per motivi ergonomici – a ventaglio.

Nei celebri organi Hammond, la pedaliera è composta da 25 suoni, come anche negli organi più antichi.

Nei grandi organi liturgici a canne è frequente trovare dei pedali supplementari, al di sopra della normale pedaliera, e servono ad inserire e “miscelare” suoni e registri differenti.

La pedaliera non va confusa con i pedali o staffe, che sono utilizzati per regolare il crescendo e l’espressione.

Il primo serve a sovrapporre gradualmente più registri con un effetto potente che richiama il crescendo rossiniano; la staffa o staffe di espressione (perché possono essere più di una), agendo su apertura e chiusura delle casse armoniche che diffondono il suono delle canne, possono variare notevolmente dinamica e volume dell’emissione sonora.

I pedali dell’Arpa

Nessuno resiste al suono celestiale dell’ Arpa e – allo stesso modo – si resta incantati dalle mani dell’esecutore che, con grazia, pizzica le 47 corde dello strumento… Raramente si fa caso ai 7 pedali di cui è dotata l’arpa moderna.

Per spiegare la loro funzione, è opportuno specificare che questo strumento possiede sette corde intonate sulla scala di DO Maggiore, quindi  dal DO al SI, precisando subito che nella loro “tensione di partenza”, sono intonate un semitono “sotto”, quindi sulla scala di DO bemolle maggiore, risultando quindi essere uno strumento traspositore.

Ciò significa che per eseguire tutti i 12 suoni della scala cromatica, i quali, a differenza del pianoforte e dell’organo non sono “pronti all’uso”, occorre agire meccanicamente azionando i sette pedali.

Per capirne a fondo il (complesso) meccanismo esecutivo, è possibile cliccare qua  per leggere l’articolo dedicato.