DIFFERENZE TRA IL PIANOFORTE ACUSTICO E DIGITALE

di Luca Valsecchi

Vostro figlio ha mostrato una particolare predisposizione musicale e avete deciso di indirizzarlo, intelligentemente, verso lo studio del pianoforte, il quale, a prescindere da quello che eventualmente diventerà il “suo” strumento, è comunque lo strumento musicale più completo in assoluto e quindi è bene “saperci mettere le mani”.

Siete però indecisi fra l’acquisto di un pianoforte acustico piuttosto che digitale

Questo articolo vi aiuterà a chiarirvi le idee!

Sono il M° Luca Valsecchi, titolare del blog “Articoli Formativi Musicali” che stai consultando: centinaia di articoli scritti da Musicisti Professionisti. Condividili per promuovere la vera Cultura Musicale.

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Il pianoforte acustico

Per le sue caratteristiche rientra fra gli strumenti cordofoni a percussione, in quanto nel momento in cui il pianista “movimenta” tramite le dita delle mani i famosi tasti bianchi e neri, ai quali sono collegati dei veri e propri martelletti, questi vanno a percuotersi sulle rispettive corde, le quali, entrando in vibrazione, producono il suono.

Questo viene amplificato dalla cassa di risonanza (o cassa armonica che dir si voglia) e quindi propagato.

Ogni singolo componente del pianoforte acustico, la cui tecnica si è sviluppata e sempre più perfezionata nel corso della storia, partecipa attivamente – ciascuno in virtù delle sue peculiarità – alla produzione del suono e più in generale ad assecondare tutte le infinite possibilità acustiche ottenibili da questo complesso strumento musicale, parallelamente all’indispensabile tecnica pianistica da doversi maturare.

Il pianoforte digitale

Il suono di un pianoforte digitale è campionato, cioè originariamente registrato da uno strumento vero. Successivamente viene ri – elaborato al fine di assecondare le dinamiche del pianista.

I campioni presenti all’interno di questi pianoforti, possono essere innumerevoli e – con l’aumentare della qualità – arrivano a coprire un range di suoni, sfumature, caratteristiche tali da poter efficacemente simulare un pianoforte acustico.

Il digitale è inoltre dotato del protocollo midi, il quale permette di farlo “dialogare” con altri strumenti digitali e naturalmente con il computer, offrendo tutta una serie di preziose possibilità:

utilizzare altri campioni non presenti direttamente nello strumento; interagire con i software di videoscrittura e di produzione musicale e molto altro.

Differenze tra pianoforte acustico e digitale

In termini esecutivi e di ascolto, un pianoforte digitale anche di alta gamma non potrà mai eguagliare un pianoforte tradizionale gran coda.

Le differenze fra i due strumenti si evincono chiaramente nelle descrizioni già esposte.

In attesa di ciò che ci riserverà il futuro, è possibile indicare tre possibili destinazioni d’uso:

  • per un utilizzo amatoriale, un pianoforte digitale anche di bassa gamma rappresenta una scelta validissima

  • per chi studia invece a livello professionale, i digitali di ultima generazione sono sicuramente superiori ai “vecchi” verticali, ma con tutta una serie di significativi vantaggi (in aggiunta a quanto già scritto: trasportabilità molto più agevole unita al minor ingombro), indicando però in modo estremamente chiaro come risulti assolutamente indispensabile la possibilità di poter svolgere una significativa parte dello studio su un pianoforte tradizionale a coda

  • riguardo ai concertisti, giustamente, il pianoforte digitale semplicemente non esiste!