A COSA SERVONO LE ALTERAZIONI MUSICALI?

di Luca Valsecchi

Le alterazioni musicali sono tre: il diesis, il bemolle e il bequadro. Inoltre è possibile “raddoppiarle” con il doppio diesis, doppio bemolle e doppio bequadro.

Il loro compito fondamentale è quello di permettere la gestione delle funzioni tonali e soprattutto armoniche dei 12 suoni della scala cromatica.

Chi invece dovesse pensare che i diesis e i bemolli “sono i tasti neri del pianoforte”, consiglio di iniziare a studiare musica, finalmente…

Quale miglior occasione di questa? iniziamo!

Sono il M° Luca Valsecchi, titolare del blog “Articoli Formativi Musicali” che stai consultando: centinaia di articoli scritti da Musicisti Professionisti. Condividili per promuovere la vera Cultura Musicale.

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Quali sono le alterazioni musicali?

Che il diesis (#) alzi e il bemolle (b)abbassi la nota di un ST (semitono) è risaputo, come è nota la funzione del bequadro: annullare l’effetto di un’alterazione.

Che le alterazioni siano di tipo “fisse” (quelle in armatura di chiave che “valgono” per tutto il brano musicale) e “transitorie” (quelle che valgono solo all’interno della misura) è altrettanto cosa nota.

Ciò che raramente risulta chiaro, è cosa possa produrre un’alterazione momentanea.

Importanza assoluta delle alterazioni transitorie (momentanee)

Se le alterazioni fisse sono le più semplici da capire nella loro funzione, permettendo l’esecuzione di uno stesso brano musicale nelle diverse tonalità (alzando o abbassando la “tessitura”, cioè facendo diventare semplicemente più “alto” o più “basso” il brano stesso, rendendolo al contempo più o meno semplice da suonare), oltre che naturalmente modulare (cambiare tonalità) all’interno di uno stesso brano, le alterazioni transitorie, al contrario di quello che un neofita potrebbe pensare in virtù del carattere momentaneo di queste ultime (ritenendole probabilmente  poco importanti) in realtà un Musicista, ed a maggior ragione chi si definisce “compositore”, dovrebbe avere ben presente che le infinite possibilità di diversificazione musicale dipendono ESCLUSIVAMENTE dalla FUNZIONE delle alterazioni transitorie, tolto naturalmente l’appiattimento generalizzato della musica leggera attuale, “composta” da chi  ha conoscenze musicali paragonabili – volendo esagerare – alla prima elementare.

Inoltre, come già detto in introduzione, chi dovesse pensare che “diesis e bemolle” voglia dire “tasti neri del pianoforte”, dimostra semplicemente di non aver capito nulla della Musica, visto che anche i “tasti bianchi” possono essere chiamati con i diesis, con i bemolli e con i bequadri, anzi, anche con quelli doppi… tutto ciò solo per complicarci la vita, vero?

BENEDETTA IGNORANZA!

Dunque cosa può produrre tutto ciò di così eclatante?

Per capirlo occorre un corso full – immersion di Armonia (e studiata bene, non limitandosi all’applicazione delle “regole”, ed anche qua non si capisce mai a cosa servano queste benedette regole… clicca qua per scoprirlo!).

E’ naturalmente possibile anche suonare le varie alterazioni senza capire il loro compito e significato: basta essere consci del fatto che suonare (e cantare) in questo modo, corrisponde a “parlare” una lingua straniera senza capire assolutamente nulla di quello che si sta dicendo, sperando di azzeccare gli accenti e di dare un minimo di senso a ciò che si sta “dicendo”!

Giusto per farsi un minimo di idea quantomeno di cosa possa produrre di DIVERSO una stessa nota chiamata in modi diversi, è possibile leggere l’apposito articolo a questo link; per il resto, se si vuole capire qualcosa di Musica, occorre cercarsi un ottimo insegnante di armonia, e si badi bene che può esserlo solo chi ha studiato a livelli avanzati la Composizione Accademica.