DIFFERENZE FRA GLOCKENSPIEL, XILOFONO, VIBRAFONO E MARIMBA

di Luca Valsecchi


Si tratta degli strumenti a percussione detti a tastiera, in quanto sono costituiti appunto da tastiere, le quali, per disposizione dei “tasti”,  corrispondono in tutto e per tutto a quella del pianoforte, compreso il fatto che il suono viene riprodotto tramite percussione!

Tutti questi quattro strumenti si suonano tramite delle apposite bacchette, ma le differenze sono numerose e sostanziali.

Scopriamole!

Sono il M° Luca Valsecchi, titolare del blog “Articoli Formativi Musicali” che stai consultando: centinaia di articoli scritti da Musicisti Professionisti. Condividili per promuovere la vera Cultura Musicale.

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Il glockenspiel

Il glockenspiel è uno strumento che in molti hanno conosciuto in tenera età, sotto forma di giocattolo che, con le sue barrette colorate dal suono dolce, spesso è stato il primo approccio con la musica per tanti bambini.

In realtà questo strumento, detto anche metallofono, è molto utilizzato nelle orchestre e in origine era costituito da una serie di campanelle che venivano azionate mediante una tastiera.

In seguito le campane sono state sostituite da barrette metalliche, da percuotersi tramite apposite bacchette dure, generalmente una per mano.

L’estensione  può variare da una a tre ottave.

E’ molto utilizzato nelle bande musicali e orchestre a fiati.

Lo xilofono

Lo xilofono è uno strumento dalle origini molto antiche.

Nato in Asia più di un millennio fa, si è poi diffuso in Africa, per arrivare prima in America, tramite gli schiavi deportati dal loro continente, e infine in Europa.

A differenza del metallofono, lo strumento è costituito da due file di barre realizzate in legno.

Sotto le barre di legno si trovano, in alcuni modelli, dei tubi aperti che fungono da cassa di risonanza e amplificano il volume del suono.

Anche lo xilofono si suona con bacchette dure, denominate mazzuole.

Questo strumento produce un suono secco, vista la costituzione dei tasti, ma al contempo molto limpido e definito.

Le note hanno poco sustain, cioè si spengono molto velocemente; per questo motivo, quando il musicista desidera prolungare il suono, ricorre alla tecnica del trillo, vale a dire una sorta di veloce rullo con entrambe le mazzuole sui tasti interessati.

Il vibrafono

Il vibrafono è lo strumento più moderno tra quelli trattati in questa sede.

La sua invenzione risale infatti al 1921 ed ha conosciuto una rapida diffusione e grande successo grazie al suo impiego nella musica jazz, leggera e nelle orchestre.

Il vibrafono consta di barre realizzate in metallo, le quali sono sorrette da una struttura portante che ospita anche i tubi risuonatori, di lunghezze diverse, che amplificano il suono prodotto dalle barre.

All’interno di ogni tubo, c’è un meccanismo azionabile a discrezione del musicista, che grazie a una sorta di elica a funzionamento elettrico e regolabile, può produrre il classico effetto tremolo, tipico di questo strumento.

Il vibrafono può avere un’ estensione che varia da tre a quattro ottave e si suona con battenti a testa morbida, normalmente in feltro o gomma.

Nel vibrafono è inoltre presente un pedale, che – come nel pianoforte – ha la funzione di allungare o smorzare il suono caldo e inconfondibile di questo strumento.

La marimba

La marimba è uno strumento di origine africana che ha conosciuto una larga diffusione anche in molti paesi dell’America centro-meridionale.

È dotata di una tastiera composta da barre di legno.

Nei modelli più pregiati sono realizzate in palissandro e l’estensione può arrivare a  cinque ottave.

La caratteristica principale di questo strumento, molto impiegato nella world music, nel jazz e ormai presente in ogni ambito musicale, è costituita dai risuonatori posti sotto le tavolette di legno, che hanno la funzione di amplificare il suono.

Nei modelli tradizionali, questi erano realizzati con zucche vuote o canne di bambù; oggi, negli strumenti più moderni e sofisticati, detti anche xilomarimbe, i tubi risuonatori sono in metallo.

La marimba si suona con battenti simili a quelli del vibrafono, con la testa morbida; lo strumentista ne impugna due per mano, più raramente un numero ancora maggiore.