DIFFERENZE FRA PERCUSSIONI A SUONO DETERMINATO E INDETERMINATO
di Luca Valsecchi
Le percussioni si suddividono in due categorie principali: a suono determinato e indeterminato. Come indica già la definizione stessa, la differenza consiste nel suono o rumore prodotto, classificabile ad un’altezza precisa il primo, al pari del suono di qualsiasi strumento musicale, appartenente al “rumore”, tutto ciò che non è riconducibile ad una precisa nota musicale.
Ma quali sono i vari strumenti delle due categorie?
Scopriamoli subito!
Le percussioni a suono indeterminato
Le tre principali sono: grancassa, i cimbali (piatti) e il rullante.
Ve ne sono poi moltissime di ogni forma, colore e… rumore: giusto per fare qualche esempio, le nacchere, i bongos, il tamburello basco, il triangolo, le maracas, ecc.
Un posto tutto speciale è ricoperto dalla batteria, la quale merita particolare attenzione, per questo motivo le ho dedicato un articolo apposito, che è possibile leggere cliccando qua.
Esistono ulteriori classificazioni in base alla tipologia: i membranofoni, che si intonano agendo su appositi tiranti e il cui suono scaturisce dalla vibrazione di una membrana tesa, ad esempio un tamburo, le congas, i timbales o i bongos.
Gli idiofoni, cioè quegli strumenti il cui suono viene prodotto dalla vibrazione del corpo stesso dello strumento, come campane, triangoli, piatti.
Alle “percussioni improprie” appartengono tutte le altre percussioni non definibili in generi specifici: pentole, fischietti, sirene, le caffettiere di John Cage o i martelli pneumatici su lamiera utilizzati dagli Einstürzende Neubauten.
Le percussioni a suono determinato
Le principali sono i timpani e tutti gli strumenti “a tastiera”: glockenspiel, xilofono, vibrafono, marimba.
Essendo strumenti più articolati, ho dedicato un’ articolo apposito per descrivere al meglio le loro caratteristiche:
è possibile leggerlo cliccando qua.