DIFFERENZA TRA MUSICOLOGIA ED ETNOMUSICOLOGIA
La storia della musica è una materia presente sia nei programmi delle medie, che nei programmi dei licei musicali che nei programmi dei Conservatori… e spesso sembra uno scoglio insormontabile!
Ma quando nasce lo studio così dettagliato della musica del passato e delle altre culture e che differenza c’è tra musicologia ed etnomusicologia?
La musicologia sistematica e storica
Nasce nell’Ottocento ed è una disciplina che riguarda lo studio teorico della musica.
Viene generalmente suddivisa in tre grandi aree: musicologia sistematica, musicologia storica ed etnomusicologia.
Spesso però si tende a sfruttare le connessioni fra queste tre aree e non a pensarle separatamente.
E’ una materia che studia fonti musicali e fonti all’interno degli archivi.
Nella seconda metà dell’Ottocento si diffonde in Europa e approda negli Stati Uniti già dal primo Novecento.
La musicologia sistematica si occupa di discipline teoriche come l’acustica, l’organologia, l’estetica e l’analisi, mentre la musicologia storica studia la musica colta a partire dal Medioevo analizzando fonti primarie.
L’etnomusicologia
Branca della musicologia e dell’etnologia nasce nell’Ottocento con l’intento iniziale di analizzare la pratica musicale europea con quella extra-europea.
Nel Novecento comincia invece sistematicamente a studiare le tradizioni folkloriche sia europee che extraeuropee, sopratutto collocandole all’interno del contesto culturale di origine.
Una grandissima particolarità dell’etnomusicologia è lo studio della musica di tradizione orale, cioè che viene trasmessa oralmente e che non prevede scrittura.
Da questo l’esigenza di registrare i materiali raccolti “sul campo” e il tentativo di trascriverli: infatti il sistema musicale occidentale di scrittura è molto limitato in alcuni parametri e risulta molto difficile trascrivere quindi alcune tipologie di musiche (come ad esempio brani con micro toni o varie forme di tecniche strumentali e vocali sconosciute nella nostra cultura).
Fonte primaria quindi rimane la registrazione.
L’etnomusicologo comunque non può prescindere dal conoscere profondamente le comunità delle quali la musica è oggetto di studio, in quanto non è scindibile dalla società che l’ha prodotta.