DIFFERENZA TRA MUSICOLOGIA ED ETNOMUSICOLOGIA

di  Virginia Guidi

La storia della musica è una materia presente sia nei programmi delle medie, che nei programmi dei licei musicali che nei programmi dei Conservatori… e spesso sembra uno scoglio insormontabile!

Ma quando nasce lo studio così dettagliato della musica del passato e delle altre culture e che differenza c’è tra musicologia ed etnomusicologia?

Sono il M° Luca Valsecchi, titolare del blog “Articoli Formativi Musicali” che stai consultando: centinaia di articoli scritti da Musicisti Professionisti. Condividili per promuovere la vera Cultura Musicale.

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La musicologia sistematica e storica

Nasce nell’Ottocento ed è una disciplina che riguarda lo studio teorico della musica.

Viene generalmente suddivisa in tre grandi aree: musicologia sistematica, musicologia storica ed etnomusicologia.

Spesso però si tende a sfruttare le connessioni fra queste tre aree e non a pensarle separatamente.

E’ una materia che studia fonti musicali e fonti all’interno degli archivi.

Nella seconda metà dell’Ottocento si diffonde in Europa e approda negli Stati Uniti già dal primo Novecento.

La musicologia sistematica si occupa di discipline teoriche come l’acustica, l’organologia, l’estetica e l’analisi, mentre la musicologia storica studia la musica colta a partire dal Medioevo analizzando fonti primarie.

L’etnomusicologia

Branca della musicologia e dell’etnologia nasce nell’Ottocento con l’intento iniziale di analizzare la pratica musicale europea con quella extra-europea.

Nel Novecento comincia invece sistematicamente a studiare le tradizioni folkloriche sia europee che extraeuropee, sopratutto collocandole all’interno del contesto culturale di origine.

Una grandissima particolarità dell’etnomusicologia è lo studio della musica di tradizione orale, cioè che viene trasmessa oralmente e che non prevede scrittura.

Da questo l’esigenza di registrare i materiali raccolti “sul campo” e il tentativo di trascriverli: infatti il sistema musicale occidentale di scrittura è molto limitato in alcuni parametri e risulta molto difficile trascrivere quindi alcune tipologie di musiche (come ad esempio brani con micro toni o varie forme di tecniche strumentali e vocali sconosciute nella nostra cultura).

Fonte primaria quindi rimane la registrazione.

L’etnomusicologo comunque non può prescindere dal conoscere profondamente le comunità delle quali la musica è oggetto di studio, in quanto non è scindibile dalla società che l’ha prodotta.

Curiosità

Alcuni dei primi studiosi che fecero studi avanguardistici nell’ambito dell’etnomusicologia furono proprio dei musicisti!

Un esempio è Béla Bartok che studiò approfonditamente molta musica folklorica che influenzò molto anche la sua attività di compositore.

Alcune tecniche per strumenti ad arco che fanno riferimento a stilemi etnici si chiamano ancora con il suo nome!