LA MICROFONAZIONE NELLO STUDIO DI REGISTRAZIONE

di  Andrea Balzani

Il settaggio dei microfoni in studio è un processo delicato e fondamentale per la ripresa del suono e può influire sulla qualità del segnale d’ingresso, condizionando anche la fase di editing e di missaggio.

Devono pertanto essere di ottima qualità e con una resa di massimo livello per ottenere un risultato eccellente.

Sono il M° Luca Valsecchi, titolare del blog “Articoli Formativi Musicali” che stai consultando: centinaia di articoli scritti da Musicisti Professionisti. Condividili per promuovere la vera Cultura Musicale.

I miei servizi musicali:

Se hai la necessità di trascrivere lo spartito/partitura integrale di un mp3 clicca qua

Per richiedermi arrangiamenti e tutti gli altri servizi clicca qua

Tecniche di microfonazione in Studio Recording

E’ necessario chiarire bene cosa sia un microfono:

si tratta di un apparecchio formato da un diaframma sottilissimo, contenuto all’interno della capsula. Esso vibra in risposta all’onda sonora che lo attraversa, fungendo così da trasduttore, ossia converte il suono in energia elettrica.

I microfoni possono essere di varie tipologie. Quelli utilizzati in studio di registrazione, sono generalmente del tipo “a condensatore”:

è formato appunto dal condensatore (o “capacitore”), composto da due lamine di metallo, separate da uno spazio dove passa l’aria, permettendo così la formazione di un campo elettrostatico.

I microfoni di questo tipo sono più sensibili e permettono una maggiore fedeltà e ripresa del segnale audio.

A seconda del tipo di strumento e acustica di sala, la figura polare di ripresa di un microfono può possedere varie denominazioni:

unidirezionale (rivolto in una sola direzione nel caso di un solo strumento), bidirezionale (rivolto in due direzioni, può essere utile per registrare due strumenti diversi oppure due voci, per esempio un duetto) e omnidirezionale (rivolto in tutte le direzioni, si applica generalmente per un organico numeroso come una grande orchestra sinfonica).

Come microfonare gli strumenti musicali e i cantanti

Riguardo lo schema per la microfonazione degli strumenti, non ci sono regole rigide a cui attenersi.

Per gli strumenti acustici esistono varie soluzioni:

il suono di un pianoforte può essere ripreso utilizzando varie configurazioni, posizionando i microfoni sia all’interno che all’esterno della cassa armonica oppure piazzati a terra per le onde riflesse dal pavimento; per la chitarra classica è possibile effettuare una ripresa da due microfoni in alto e in basso o anche da uno solo unidirezionale, ma le soluzioni sono varie e diverse, e questo è modificabile anche in base alla risposta acustica della sala.

Nel caso di una produzione pop-rock a formazione standard, la batteria richiede il lavoro più impegnativo; per una buona ripresa sono necessari almeno 4 o 5 microfoni, oppure in linea più estesa è indispensabile un microfono per ogni singolo componente della batteria (cassa, rullante, piatti, tom, timpani, piatti), più gli esterni per la ripresa del settaggio (overhead).

La tastiera, salvo alcune eccezioni, non richiede microfonazione, ed il segnale è acquisito direttamente dalla DAW in studio.

Per quanto riguarda la chitarra e il basso, il microfono che si utilizza è unidirezionale e viene posizionato a circa 10 cm dall’amplificatore, tenendo conto anche del tipo di suono preferito (se si vuole ottenere un timbro più caldo e bilanciato oppure un suono chiaro e diretto) e, in generale, del tipo di sonorità che si vuole produrre.

La voce generalmente è lasciata per ultima nella fase di registrazione e si può utilizzare un microfono unidirezionale o bidirezionale nel caso di due cantanti, oppure un omnidirezionale se si tratta di un coro.