IGOR STRAVINSKIJ

di  Virginia Guidi

Stravinskij è stato un compositore fondamentale del Novecento ed ha apportato grandissime innovazioni nella storia della musica sia stilistiche che musicali!

Il suo forte legame con il balletto lo rende anche fondamentale per questa forma d’arte.

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Stravinskji – la vita

Igor’ Fëdorovič Stravinskij, chiamato in Europa e negli Stati Uniti Igor Stravinsky, nacque a Lomonosov nel 1882 e morì a New York nel 1971.

Fu un compositore e un direttore d’orchestra russo ma ottenne la cittadinanza francese e poi quella americana.

Fu molto celebre per i balletti e il suo stile fu eccezionalmente vario: infatti aderì ai principali movimenti avanguardistici del Novecento.

Lo stile

E’ stato l’unico compositore a ricercare e sperimentare attraverso le tre più grandi correnti stilistiche del Novecento: il Primitivismo, il Neoclassicismo e la Dodecafonia.

Grande innovatore, fu fondamentale per l’evoluzione della scrittura strumentale e molto importante è stato il suo contributo e il suo lavoro per il Balletto Russo.

Scrisse musica per molti organici differenti, non solo musica per orchestra ma anche molti brani cameristici.

La sua scrittura venne influenzata anche dalla musica jazz e il suo rapporto con il ritmo, in tutti i suoi periodi stilistici, è sempre concentrato su un’asimmetria ritmica che è una delle sue cifre stilistiche.

Il Primitivismo

Il Primitivismo di Stravinskij può essere descritto perfettamente attraverso La Sagra della Primavera.

Si tratta di un balletto del 1913 dove è stato anche fondamentale un innovativo utilizzo dell’orchestrazione grazie al quale alcuni strumenti, suonando in registri di solito inutilizzati, hanno acquisito nuove timbriche e nuove sfumature.

Il Primitivismo di Stravinskij non è un’imitazione nazionalista della musica popolare ma ricrea, soprattutto nella Sagra della Primavera, la magia del rito.

La coreografia, affidata alla compagnia di Djagilev e a cura di Nižinskij, è un esorcismo collettivo che amplifica l’esorcismo musicale attraverso un rito coreutico.

Il Neoclassicismo di Stravinskij

E’ uno stile che cerca le radici nel passato della musica occidentale tendenzialmente rinnegando il linguaggio/passato romantico.

Stravinskij nelle opere neoclassiche prende ispirazione, sempre in un’ottica novecentesca, dalla tradizione medioevale fino a quella barocca, ogni tanto citando anche il romanticismo.

I criteri tradizionali vengono mantenuti con rielaborazioni e innovazioni armoniche, ritmiche e timbriche peculiari dell’autore.

Opere molto famose di questo periodo sono Oedipus Rex, un oratorio scenico del 1927, e sicuramente più famosa è Pulcinella del 1919 dove Stravinskij sperimenta per la prima volta questo stile.

Pulcinella, rielaborato più volte in varie forme, è fondamentale perché segna una svolta nel Novecento.

E’ un omaggio a Pergolesi ma, a causa di una moda ottocentesca, alcuni dei brani giunti a Stravinskij a suo nome, non sono attribuibili al compositore stesso ma sono stati scritti da altri.

La Dodecafonia di Stravinskij

Nel secondo Novecento Stravinskij si affaccia anche alle tecniche dodecafoniche dove però rimangono fondamentali i suoi stilemi ritmici, con asimmetrie e accenti e alternanza di ritmi differenti.

Questa tecnica compositiva viene usata parzialmente nel Canticum sacrum ad honorem Sancti Marci nominis del 1955 e integralmente in Threni del 1958.

I Balletti di Stravinskij

Molto importanti i balletti russi fatti in collaborazione con la compagnia di Djagilev che hanno rivoluzionato l’idea del balletto.

Sono tre: L’uccello di fuoco del 1910, Petruška del 1911 e La sagra della primavera del 1913.

Il coreografo dei primi due fu Fokine, mentre dell’ultimo fu Nižinski.

Ma Stravinskij non fu mai veramente soddisfatto di queste coreografie e forse mai nessuno, soprattutto per La Sagra della Primavera, è riuscito a ricreare veramente l’evocazione rituale che Stravinskij immaginava.

Curiosità

L’ultimo brano composto da Stravinskij fu The Owl and the Pussycat cioè Il Gufo e la Gattina, un delizioso brano per voce e pianoforte, dedicato alla moglie sulla poesia omonima di Edward Lear.