BAROCCO, CLASSICISMO E ROMANTICISMO MUSICALE: SUNTO DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE

di Luca Valsecchi


Nel presente articolo vengono tracciate in modo estremamente riassuntivo le principali caratteristiche della Musica “colta”, dal periodo della prima affermazione del sistema musicale temperato (cioè quello che utilizziamo ancora oggi), fino ad arrivare alla massima espressione possibile di questo stesso linguaggio; quasi si potrebbe dire ad “esaurirne” le possibilità armoniche, timbriche e stilistiche, aprendo così la strada all’ultimo secolo dello scorso millennio, con i suoi linguaggi musicali “alternativi”: la dodecafonia e il neoclassicismo musicale.

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Il barocco musicale

Il periodo storico che va dall’inizio del XVII fino alla metà del XVIII secolo, il quale viene definito “barocco”, vide affermarsi una moltitudine di stili compositivi, anche molto diversi fra loro.

Primo fra tutti il melodramma.

Nella seconda metà del ‘500 un cenacolo di intellettuali conosciuto come “Camerata de’ Bardi” ed operante a Firenze, professava un ritorno alla semplice melodia accompagnata, da preferirsi alle intricate polifonie dei madrigali rinascimentali ritenute poco adatte alla valorizzazione del testo letterario.

Le istanze portate avanti dalla Camerata portarono di lì a poco alla realizzazione delle prime rappresentazioni sceniche, fra le quali un posto particolare fu occupato dall’ Orfeo di Claudio Monteverdi, che può essere a pieno titolo considerato come il primo melodramma della storia musicale.

Da lì in avanti l’opera lirica si diffuse ampiamente in Italia (con compositori come Alessandro Scarlatti) e successivamente in Francia (Lully) e Inghilterra (Purcell).

Nacquero peraltro i primi teatri lirici, facendo sì che le rappresentazioni non fossero più soltanto appannaggio di una ristretta élite di aristocratici, ma potessero essere fruite da un pubblico più vasto.

Altri generi vocali che conobbero un grande sviluppo, furono la cantata (sacra o profana), che può essere considerata come una sorta di melodramma senza apparato scenico, e l’oratorio, prettamente di carattere religioso.

In ambito strumentale la più grande innovazione di questo periodo, è senz’altro l’introduzione del cosiddetto “basso continuo“, affidato perlopiù ad organo e clavicembalo, ma anche a tutta una serie di strumenti gravi; su di esso venivano realizzate estemporaneamente le armonie del brano, melodie improvvisate e ornamentazioni varie.

Nacquero quindi nuove forme strumentali come la sonata (solistica o da camera), il concerto grosso, la cui più importante variante fu il concerto solistico introdotto da Antonio Vivaldi, e la suite, costituita da un’ insieme di danze.

Il classicismo musicale

Il classicismo si colloca temporalmente fra la fine del Barocco e l’inizio del periodo Romantico. Sulla scia degli stilemi professati dal neoclassicismo nelle arti figurative, la musica di questo periodo si spoglia dei fasti tipici dell’epoca barocca, prediligendo un gusto per le proporzioni simmetriche e la linearità delle melodie.

Furono adottati rigorosi criteri compositivi e si perfezionarono forme quali la sonata, il quartetto d’archi e la sinfonia. Anche il concerto solistico conobbe un significativo sviluppo.

In questo periodo nacque la moderna orchestra sinfonica.

I maggiori rappresentanti del classicismo, tutti operanti a Vienna, furono Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven.

L’influenza di quest’ultimo si riverberò profondamente nel periodo successivo, tanto che possiamo considerarlo come il “padre nobile” del romanticismo.

Il romanticismo musicale

L’estetica musicale del romanticismo è caratterizzata da un progressivo allontanamento dal rigore formale del periodo classico; tipiche di questo periodo sono infatti le forme brevi come il Notturno, la Ballata, il Lied o l’ improvviso, la cui assenza di regole prestabilite meglio si prestava a rappresentare l’ideale romantico di libertà d’espressione e di esaltazione del sentimento.

In questo nuovo clima culturale crebbero i fermenti nazionalistici che portarono all’affermarsi delle cosiddette scuole nazionali, rompendo così il predominio culturale che fino ad allora Paesi come l’Italia, la Francia e la Germania avevano esercitato.

Il virtuosismo strumentale si impose come tratto distintivo, il cui tecnicismo fu portato all’apice delle sue possibilità grazie ad interpreti come il violinista Niccolò Paganini ed il pianista Franz Liszt.

Lo strumento musicale “romantico” per eccellenza divenne senza dubbio il pianoforte, con i suoi numerosi Compositori fra i quali, oltre ai citati, ricordiamo Robert Schumann, Fryderyk Chopin, Franz Schubert e Felix Mendelssohn.