LA BALLATA DI ERLKÖNIG, DA GOETHE A SCHUBERT
Il lied (pl. lieder) è una forma musicale assai cara alla tradizione tedesca, sia colta che popolare.
Si tratta di musica per voce e pianoforte, con testi in lingua tedesca spesso scritti da poeti di spessore.
È questo il caso di Erlkönig, il Re degli elfi, poesia scritta dal celebre Johann Wolfgang von Goethe che ha ispirato diversi compositori, primo fra tutti Franz Schubert.
Il re degli elfi di Goethe
Nel 1782 Goethe scrisse una serie di ballate fra cui Erlkönig, ossia Re degli elfi.
La ballata descrive un tragico evento tratto da una storia realmente accaduta: un padre galoppa nella notte con il figlio gravemente malato tra le braccia, diretto verso il suo castello.
Delirante e prossimo alla morte, il bambino inizia ad avere delle allucinazioni, vede Elkönig che lo insegue e vuole convincerlo ad andare con lui.
In un primo momento l’elfo tenta il bimbo sussurrando promesse con voce sommessa: “Amabil fanciullo, deh! Vieni con me! / Bei giochi desidero fare con te”; ben presto le soavi parole diventano minacce, “se nieghi seguirmi, la forza oprerò”.
Il bambino terrorizzato invoca l’aiuto del padre quando si sente afferrare dal Re; ma arrivati a destinazione, il padre inorridito scopre che il figlio è ormai morto tra le sue braccia.
Erlkönig di Schubert
Su queste angoscianti parole Franz Schubert (1797-1828) ha composto nel 1815 uno dei lieder più famosi del repertorio musicale.
La sua fama ha avuto inizio poco dopo la morte del compositore ed è forse da attribuirsi alla popolarità del romanzo gotico in quel periodo: la ballata presenta infatti i temi della notte, della morte, del soprannaturale.
Scritto nella tonalità di Sol minore, il lied assume così un accento fortemente drammatico; il tempo, dall’andamento molto agitato, seppur sia un 4/4 presenta una pulsazione sostanzialmente ternaria che ben rende l’idea della cavalcata nel vento.
In musica Schubert segnala la presenza del Re con una folta quantità di accordi e intervalli diminuiti, inserendoli quando il bambino nomina Erlkönig e non quando lo stesso elfo parla, come a suggerirci che questa presenza inquietante è solo nella testa del piccolo.
Schubert e non solo
Johann Carl Gottfried Loewe (1796-1869) ha scritto una versione di Erlkönig, meno nota ma estremamente affascinante.
Anche questo lied, come quello di Schubert, è in Sol minore, ed analogamente il Re degli elfi ha un suo elemento musicale caratterizzante: quando parla si passa alla tonalità di Sol maggiore.
Nell’ interpretazione di Loewe il Re non è immaginario, dunque questo elemento musicale si presenta in corrispondenza delle parole dell’elfo stesso e non in quelle del bambino come a rimarcarne l’esistenza reale.