LIUTO E MANDOLINO: DIFFERENZE E CARATTERISTICHE PROPRIE

di Daniele Moneta

Liuto e mandolino sono due strumenti cordofoni di lunga tradizione, soprattutto nella musica popolare, ma ebbero anche un utilizzo nella musica colta, tanto che Vivaldi scrisse un concerto per mandolino e Beethoven delle sonatine, mentre il liuto ebbe largo utilizzo durante il periodo del Rinascimento e del Barocco.

Sebbene vi siano delle somiglianze strutturali, i due strumenti hanno delle differenze sostanziali, che ora andremo ad evidenziare.

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Il liuto

Strumento che ebbe i natali in versioni primordiali addirittura nell’epoca egizia, fu introdotto in Europa dagli arabi durante l’era medievale, divenendo strumento principe soprattutto fra il 1500 e 1700, legato spesso all’ambiente di corte, fatto di danze e canti.

L’accordatura e il numero di corde possono essere variabili, ma nel Rinascimento si assestarono a sei ordini (coppie) di corde (tranne il cantino singolo). Vi erano anche versioni a otto: nel Barocco questi ordini diventarono dieci o più e si costruirono liuti di dimensioni più grandi con corde esterne al manico più gravi, detti liuti attiorbati o tiorbe.

Dotato di cassa armonica convessa, costruita con doghe di legno, essa viene chiusa da una tavola piatta con al centro l’apertura detta “rosa”; il manico è dotato di tasti e alla fine di esso si trova il cavigliere coi piroli per fissare le corde.

Il mandolino

Strumento associato nell’immaginario collettivo alla zona del napoletano, comparve durante il 1600 e conta innumerevoli varianti, anche se il modello campano è diventato quello classico e più diffuso: deriva dalla mandola, strumento simile, ma di dimensioni più importanti.

E’ dotato di una cassa “a lacrima”, costituita da doghe legnose, su cui si innesta un manico che termina con una paletta leggermente inclinata, alla quale sono fissate corde in acciaio. Queste ultime sono quattro coppie di corde (ma anche in tale caso vi sono varianti, ad esempio il mandolino milanese monta sei coppie).

Differenze tra mandolino e liuto

Liuto e mandolino possono apparire similari: sono due cordofoni con una cassa simile che sfrutta le doghe di legno per essere assemblate, ma vi sono differenze strutturali.

In primis le dimensioni: benché abbiamo già detto che questi strumenti hanno numerose varianti, il mandolino classico ha lunghezza di circa 60 centimetri, mentre il liuto ha dimensioni generalmente superiori.

In secondo luogo, il cavigliere dove si collegano le corde, è leggermente inclinato nel mandolino, mentre nel liuto è molto ripiegato all’indietro; quest’ultimo inoltre ha una buca sonora composta da una “rosa” decorativa incisa, mentre il primo ha una cavità completa per l’amplificazione sonora, che risulterà di una “pasta” sonora (timbro) differente.

Osservando attentamente i due strumenti, si notano altre due differenze costruttive di rilievo: mentre il liuto fissa le corde a un ponticello ed esse scorrono vicine alla cassa armonica, nel mandolino sono fissate a una placca metallica a fine cassa e il ponticello viene posizionato prima, tenendo i cori più sollevati e permettendo così un’esecuzione più agevole degli accordi.

Altra differenza sostanziale che incide molto sulla sonorità, è la struttura dei tasti: questi ultimi sono ottenuti con dei lacci legati (generalmente di budello) nel liuto (e i lacci vengono fissati dal liutista stesso), mentre il mandolino ha una tastatura che prevede l’inserimento di barrette metalliche, posizionate in maniera permanente all’interno di incisioni nel manico (in maniera identica alla chitarra).